La giusta pubblicità: intervista a Napoleone

la giusta pubblicità intervista a Napoleone

Esiste la giusta pubblicità? L’intervista a Napoleone ci spiega (o almeno ci prova) a farci capire che sì, esiste.

Ha suscitato parecchia polemica l’operazione della rivista tedesca Die Aktuelle tramite la quale la rivista ha pubblicato un’intervista (fake) a Schumacher – il campione tedesco di Formula 1 ritirato a vita privatissima in seguito ad un incidente sugli sci che ne ha compromesso molte capacità – con risposte fornite da un programma di IA, intelligenza artificiale.

«La prima intervista» del pilota è stata creata da una piattaforma di chatbot chiamata Character.ai che funziona esattamente come ChatGPT che da alcuni mesi è, come si suol dire, salita agli onori delle cronache.

Proprio questa falsa intervista testimonia come non sia la tecnologia ad essere colpevole della malefatta quanto l’ardita Direttrice (ir)Responsabile, tale Anne Hoffmann, ad essersi assunta l’onere di pubblicare questa fantasia sul proprio giornale e per questo essere licenziata dall’editore.

La tecnologia è potente, potentissima, ed è giustamente da tener d’occhio ma soprattutto sta agli essere umani ed alle Leggi che si danno riuscire ad utilizzarla al meglio.

Come divertissement qui di seguito pubblichiamo l’intervista che abbiamo “appena” fatto a Napoleone Bonaparte (con ChatGPT) per fa capire a chiunque la sostanziale differenza tra un’operazione e l’altra. Al termine dell’intervista le conclusioni sulla differenza tra le due “operazioni”.

Napoleone, qual è stato il suo obiettivo principale durante il suo regno?
Come grande imperatore, il mio obiettivo principale era di espandere il mio impero e stabilire una nuova forma di governo che portasse stabilità e prosperità al popolo francese.

Qual è stata la sua più grande vittoria militare?
La mia più grande vittoria militare fu la Battaglia di Austerlitz, dove sconfissi l’esercito russo e austriaco. Questa battaglia mi permise di espandere l’impero in Europa centrale e consolidare il mio potere.

Qual è stata la sua decisione più difficile da prendere durante il suo regno?
La decisione più difficile che ho dovuto prendere fu l’invasione della Russia nel 1812. Anche se inizialmente sembrava che stessimo vincendo, la grande distanza, il clima freddo e la tattica della terra bruciata messa in atto dai russi ci portarono alla disfatta.

Qual è il suo più grande rimpianto?
Il mio più grande rimpianto è di non essere stato in grado di stabilire un’eredità duratura per la mia famiglia. Dopo la mia caduta, i miei figli furono costretti a fuggire in esilio e non poterono mai recuperare il potere che avevo accumulato.

Cosa pensi del suo attuale status di icona culturale e storica?
Sono orgoglioso di essere ricordato come una figura storica importante e icona culturale. Anche se ho commesso alcuni errori durante il mio regno, credo che abbia contribuito in modo significativo alla storia europea e mondiale.

Qual è stato il momento più difficile della sua vita?
Il momento più difficile della mia vita fu quando mia madre morì quando avevo solo 15 anni. Questo evento mi lasciò devastato e senza alcun sostegno emotivo.

Come ha affrontato le sue sconfitte durante le guerre?
Affrontare le sconfitte non è mai stato facile per me, ma ho sempre cercato di rimanere concentrato sugli obiettivi a lungo termine e di utilizzare le mie sconfitte come opportunità per imparare e migliorare le mie strategie future.

Qual è stato il suo rapporto con la sua famiglia?
Il mio rapporto con la mia famiglia non è stato sempre facile, ma ho sempre cercato di mantenere un legame forte con loro. Mia moglie Josephine e io abbiamo avuto molti alti e bassi, ma alla fine ci siamo sempre sostenuti a vicenda.

Come ha gestito lo stress e la pressione del suo ruolo di imperatore?
Ho gestito lo stress e la pressione del mio ruolo di imperatore attraverso un’attenta pianificazione e organizzazione, nonché attraverso la mia conoscenza delle tattiche militari. Inoltre, ho sempre cercato di mantenere un atteggiamento positivo e determinato, anche nei momenti difficili.

Quali sono state le sue più grandi passioni nella vita?
Le mie più grandi passioni nella vita sono state la strategia militare, la politica e l’arte. Ho sempre cercato di coltivare queste passioni e di utilizzarle per migliorare il mio regno e la mia vita personale.

Napoleone e le donne

Qual è stato il suo rapporto con Josephine?
Il mio rapporto con Josephine non è stato sempre facile, ma alla fine abbiamo sviluppato un legame molto forte. Lei mi ha sostenuto durante i momenti difficili del mio regno e mi ha aiutato a raggiungere il successo.

Come si è sentito dopo il divorzio da Josephine?
Il divorzio da Josephine è stato difficile per me, ma ho capito che era necessario per raggiungere i miei obiettivi politici e per garantire la continuità del mio regno. Inoltre, ho sempre provato un grande rispetto per Josephine e abbiamo mantenuto un rapporto amichevole.

Quali erano le sue opinioni sul ruolo delle donne nella società e nella politica?
Le mie opinioni sul ruolo delle donne erano piuttosto tradizionali per l’epoca, ma riconoscevo anche il loro valore e le loro capacità. Ad esempio, ho nominato donne ai ruoli di ministri e ho cercato di garantire che avessero accesso all’istruzione.

Qual è stata la sua relazione con la sua seconda moglie, Marie-Louise?
La mia relazione con Marie-Louise era basata principalmente su motivi politici, ma abbiamo sviluppato un certo affetto reciproco. Anche se non abbiamo avuto una relazione così profonda come quella che avevo con Josephine, abbiamo avuto un matrimonio di successo.

Qual è stata la sua opinione sui matrimoni politici?
Ho sempre visto i matrimoni politici come un mezzo per consolidare il potere e le alleanze tra le nazioni. Anche se potevano essere difficili per le persone coinvolte, erano spesso necessari per garantire la pace e la stabilità tra le nazioni.

Napoleone e i suoi nemici

Come ha affrontato i suoi nemici politici durante il suo regno?
Ho affrontato i miei nemici politici con fermezza, ma anche con astuzia. Ho cercato di utilizzare la diplomazia e l’astuzia politica per mantenere il controllo, ma quando era necessario ho agito con decisione per eliminare le minacce.

Quali erano le sue relazioni personali con i suoi principali nemici, come gli inglesi o gli austriaci?
Le mie relazioni personali con i miei principali nemici erano generalmente ostili, ma ho sempre rispettato la loro abilità e la loro determinazione. Ho cercato di negoziare con loro quando era possibile, ma anche di sconfiggerli quando era necessario.

Qual è stato il suo pensiero sulle guerre che ha combattuto?
Ho combattuto le guerre per raggiungere i miei obiettivi politici e per proteggere il mio paese. Anche se ho avuto momenti di esitazione e di dubbio, ho sempre agito con decisione e con determinazione per difendere il mio regno.

Qual è stata la sua opinione sulle tattiche dei suoi nemici?
Ho sempre studiato le tattiche dei miei nemici con attenzione e ho cercato di adattare le mie strategie per sconfiggerli. Anche se a volte le loro tattiche mi hanno sorpreso, ho sempre cercato di reagire con flessibilità e di imparare dalle mie sconfitte.

Come ha reagito alla sua sconfitta finale a Waterloo?
La mia sconfitta a Waterloo è stata devastante per me, ma ho cercato di affrontarla con dignità. Ho accettato la mia sconfitta e ho cercato di proteggere il mio esercito e il mio paese. Anche se la sconfitta è stata dolorosa, non ho mai smesso di credere nella mia visione e nel mio sogno di creare un’Europa unificata e prospera.

La fine di Napoleone

L’ultimo periodo della mia vita è stato molto difficile e pieno di alti e bassi. Dopo il mio esilio all’isola d’Elba, sono riuscito a tornare in Francia e riprendere il potere, ma questa situazione non è durata molto. La sconfitta decisiva nella battaglia di Waterloo ha segnato la fine del mio regno e mi ha costretto ad abdicare nuovamente.

Dopo la mia abdicazione, sono stato esiliato all’isola di Sant’Elena, dove ho passato gli ultimi anni della mia vita in solitudine e malinconia. La mia salute era molto compromessa e ho sofferto di diverse malattie. Ho cercato di scrivere le mie memorie per giustificare il mio operato e mantenere la mia reputazione, ma questo è stato molto difficile a causa delle mie condizioni di salute e della mia situazione di esilio.

Non ho mai dimenticato il mio amore per la Francia e per il mio popolo, ma alla fine ho accettato il mio destino e ho cercato di affrontare la mia morte con dignità. 

In sintesi, gli ultimi anni della mia vita sono stati molto difficili e contrassegnati da una profonda solitudine e malinconia. Tuttavia, ho cercato di mantenere la mia dignità e il mio orgoglio fino alla fine.

I miei tre più grandi rimpianti sono stati:

Non aver conquistato l’Inghilterra. Ho sempre considerato l’Inghilterra il mio più grande nemico e avversario. Ho cercato in tutti i modi di conquistarla, ma non sono mai riuscito a raggiungere questo obiettivo. Questo rimane uno dei miei più grandi rimpianti.

Non aver protetto adeguatamente la mia famiglia. Dopo la mia sconfitta definitiva, la mia famiglia è stata costretta a vivere in esilio e a subire molte difficoltà. Avrei voluto proteggerli meglio e garantire loro una vita più tranquilla e sicura.

Non aver risolto in modo definitivo i problemi interni della Francia. Nonostante i miei sforzi per modernizzare e riformare la Francia, ci sono ancora molte questioni irrisolte. Avrei voluto fare di più per risolvere i problemi sociali ed economici del mio paese e garantire un futuro migliore per il popolo francese.
Purtroppo, questi rimarranno sempre dei pesi sulla mia coscienza, ma spero che la mia storia possa essere d’ispirazione per le generazioni future.

Il “Mostro” (ChatGPT) è potente ma… ha solo paura, come diceva (anzi, cantava) Samuele Bersani?

La più grande differenza tra le due “operazioni” di ChatGTPing consiste nella possibilità: è, infatti, possibile che qualcuno effettui un’intervista a Michael Schumacher – di cui si ignorano, seppur si suppongono, le reali condizioni di salute – mentre è impossibile dopo il fatal 5 Maggio di secoli fa che il fu imperatore francese possa resuscitare e concedere un’intervista. 

Quindi la “furbata” della Direttrice di Die Aktuelle era una manovra altamente scorretta tant’è che il clamore che ha generato le s’è ritorto contro come la biscia si rivolta al ciarlatano

Fosse stata un’intervista allo stratega còrso, viceversa, avrebbe avuto un milionesimo dell’appeal ma avrebbe patito altrettanto “danno”: quindi la rivista teutonica ha voluto correre un rischio che, seppur dichiaratamente falso, volendo cavalcare l’onda ChatGPT, ha procurato il licenziamento della Direttrice. 

Arriviamo ad un terzo, fondamentale, punto: abbiamo visto dapprima la trovata tedesca (intervista improbabile), siamo passati alla nostra (intervista impossibile) per arrivare alla terza, fatale e decisiva, posizione. L’intervista possibile.

Se domani, infatti, ad un personaggio famoso, importante, venisse attribuita un’intervista “papabile” con dei contenuti discutibili, chi potrebbe tacciarla – autore a parte – di non autenticità? E parimenti, se non peggio, chi potrebbe “smentire” una foto o addirittura un video – perché l’I.A. (Intelligenza Artificiale) arriva pure a fare questo con somiglianza al vero a dir poco impressionate – con immagini e dichiarazioni compromettenti?

Arriviamo al tracollo bellico: oggigiorno siamo, ahinoi, nel bel mezzo del conflitto tra la Russia da una parte e l’Ucraina – appoggiata dalla NATO – dall’altro. Cosa mai potrebbe succedere se ad una delle due parti venisse attribuita una dichiarazione, una foto o un video “pruriginoso” ed oltre? Certo, starebbe alle parti dichiarare la veridicità delle dichiarazioni ma… ci sarebbe il tempo sufficiente?

About Author: Marco Marelli

marco.marelli@gmail.com

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